Partenza dalla nostra Caritas, destinazione mondo. (E puoi farlo anche tu!)
Dalle Prealpi alle Ande, per riconoscere la potenza di un abbraccio donato a un bambino e provare che vivere intensamente significa donare il proprio amore e lasciarsi sopraffare dalla bellezza.
E’ la storia di Irene Cappellotto, ventotto anni, di Conegliano, assistente sociale per formazione e un po’ anche per vocazione.
Tutto è cominciato quando qualche anno fa ha scelto di partecipare al progetto Agorà del Coordinamento di volontariato Sinistra Piave, che aveva una parte dedicata a volontariato all’estero e cooperazione internazionale.
Il primo passo fu il tirocinio in Caritas Vittorio Veneto: a fianco di Barbara Ceotto a preparare i laboratori per le scuole, a gestire i progetti di sostegno a distanza di Caritas, a seguire le emergenze quotidiane, a lavorare un po’ come assistente sociale. Dopo il tirocinio, la prima partenza: tre mesi, nel 2014, a Santo Domingo de los Tsatchilas, in Ecuador, con il missionario padre Sereno Cozza, un progetto di scuola e sport per bambini in difficoltà.
“La mattina – ricorda Irene – facevo l’allenatrice di pallacanestro…anche se non ci avevo mai giocato prima. Il pomeriggio aiutavo nelle classi. In Ecuador sono rimasta tre mesi, e mi sono presto accorta che tre mesi erano troppo pochi per costruire qualcosa. Quindi, dopo un anno in Italia, sono ripartita”.
Da settembre 2015 a settembre 2016 ha operato, con la ong ferrarese Ibo, al Puericultorio “Java” di Ayacucho, Perù,al servizio dei circa 70 bambini e ragazzi lì ospitati “Con loro era impossibile sentirsi soli, e ti facevano sempre sentire il loro affetto”.
Lassù sulle Ande, racconta Irene, “ho trovato semplicità e non materialismo, respiravo serenità e i ritmi di vita erano molto diversi da qui. Senza stress. Al Java ho lavorato anche come assistente sociale, e ho ritrovato la motivazione per la mia professione: avevi i problemi davanti agli occhi e potevi agire per tentare di risolverli. Lì ho ritrovato il senso di quello che stavo cercando”.
“Bisogna vivere intensamente, ogni giorno come fosse l’ultimo”, le ha detto un giorno suor Miriam, direttirice del Puericultorio.
“E ho capito – rifletteva Irene in un post sul sito di Ibo – quanto la formula tanto di moda del carpe diem, tradotta volgarmente in ‘buttati in qualsiasi cosa ti venga proposta’ non ha nulla a che fare con il vero significato del concetto del vivere intensamente. Vivere intensamente significa donare il proprio amore, creare legami profondi con le persone, lasciarsi sopraffare dalla bellezza, riconoscerla nei sorrisi dei bambini, sforzarsi di fare sempre meglio ogni giorno, cercare di rendere la tua vita migliore e donare il meglio di te agli altri, scoprire te stesso, capire il punto di vista altrui, non annoiarti e darti sempre nuovi obiettivi. (…) Ho la sensazione che la parola intensità si stia confondendo oggi con la parola rapidità. Invece viva la lentezza, i rapporti fatti maturare lentamente, la fiducia conquistata con i fatti e con l’affetto”.
E in un altro intervento, pubblicato sull’edizione di Parma de La Repubblica, Cappellotto rifletteva:
“Più conosco i bambini del Pueri, più mi accorgo di quanto sono incredibilmente forti nelle loro disavventure.
L’unica cosa che manca a questi bambini è l’Amore. E sono stati i bimbi a farmi capire che Amore è Protezione. Amare significa proteggere e sentirsi protetti. E allora come non donare quello che più di vero c’è in te a ciò che più di vero c’è nel mondo?
Più vivo qui, più vorrei proteggerli tutti in un abbraccio infinito. Praticandoli, ho capito la potenza degli abbracci. Quanto significano per un bambino che si sente solo; quanto influenza la sua autostima, così fondamentale per crescere, per superare i traumi e le paure”.
Ritornata dal Peru, Irene è ritornata a salutare alla Caritas, da dove era partito questo suo viaggio di vita che, ne siamo certi, proseguirà verso altre destinazioni della solidarietà. Mentre con il suo progetto Sol Y Luna Creaciones porta in Italia e propone ai mercatini gioielli realizzati da artisti, e suoi amici, della zona di Ayacucho, uniti dalla passione per l’arte e per la propria cultura.
Se anche tu come Irene hai voglia di vivere intensamente la tua vita, e di donare abbracci a chi non ne ha, puoi scegliere, ad esempio, l’Anno di Volontariato Sociale in Caritas, come Eleonora e Sara, o il Servizio Civile Internazionale Caritas, come Martina. Per maggiori informazioni chiama Caritas allo 0438550702 o scrivici a caritas@diocesivittorioveneto.it o vienici a trovare.