Islam, ebraismo, ortodossia: più ponti e meno muri con Youth For Peace

Caritas e Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo della diocesi di Vittorio Veneto organizzano gli incontri “Anche nell’esperienza religiosa: più ponti e meno muri” con la partecipazione delgruppo Youth For Peace: giovani cattolici, ortodossi, ebrei e musulmani che lavorano assieme per costruire un futuro migliore per il loro Paese, la multireligiosa Bosnia ed Erzegovina, e s’impegnano per i valori universali del dialogo e della pace. Sono gli stessi giovani che hanno vissuto assieme ai giovani vittoriesi la Scuola di dialogo interreligioso ad agosto 2016 a Banja Luka

I tre incontri di “Più ponti e meno muri”:

  • martedì 15 novembre alle 20.30 “L’islam”
  • mercoledì 16 alle 20.30 “L’ebraismo”
  • giovedì 17 alle 18 “L’ortodossia”

Si svolgono  a Vittorio Veneto, nell’aula video  all’Istituto Santa Giovanna d’Arco (suore giuseppine) in via del Fante 231.

Culmine dell’iniziativa sarà venerdì’ 18 alle 20.30 in sala consiliare a Portobuffolè: “Memoria e dialogo, vie per la pace”, incontro interreligioso per ricordare le vittime della violenza e chiedere pace. Parteciperà il vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto mons.Corrado Pizziolo assieme ai rappresentanti di varie altre confessioni e religioni, per un appuntamento realizzato in collaborazione con la Pastorale sociale del lavoro diocesana e il gruppo Agesci Vittorio Veneto.

Per informazioni: caritas@diocesivittorioveneto.it, 0438550702.

Scarica il volantino di presentazione di “Più ponti, meno muri” 

Per sintetizzare lo spirito dell’iniziativa, gli organizzatori hanno scelto un passaggio di don Tonino Bello, “La pace come cammino”:

“La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio. Rifiuta la tentazione di godimento. Non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la conflittualità. Non ha molto da spartire con la ‘banale vita pacifica’.
Sì: la pace prima che traguardo, è cammino. E, per giunta, cammino in salita. (…)
E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza mai essere partito, ma chi parte col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai – su questa terra s’intende – pienamente raggiunta”.

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