
“Sono cresciuta di più in quest’anno che nei 19 precedenti, e se Caritas mi avesse chiesto di rimanere ancora avrei accettato subito”, dice Sara Giacomin, 20 anni, di Pieve di Soligo
“Questa esperienza è una palestra di vita, e la consiglio a tutti”, aggiunge Eleonora Segat, 23 anni, di Colle Umberto.
Venerdì 28 ottobre concludono il loro Anno di Volontariato Sociale con Caritas diocesana di Vittorio Veneto: le prime due a portare a termine questa esperienza che Caritas ha riavviato dopo molti anni. Con loro, per un po’ di mesi, c’è stato anche Alexandru Mihailescu, 24 anni, di San Fior.
E dopo di loro, ottima notizia, ci saranno altri giovani: almeno due sono pronti a cominciare a breve l’esperienza e diventare, come dice Caritas, “protagonisti della propria vita”.
AVS: AL SERVIZIO DI CHI E’ PIU’ FRAGILE
Eleonora e Sara, due giovani donne di personalità, sono state protagoniste in tutti i luoghi e nei servizi a cui sono state destinate: distribuire borse di alimenti a chi è così povero da doverle chiedere, insegnare italiano ai profughi, chiacchierare con le persone con disabilità del Piccolo Rifugio, andare alla Coop a recuperare quel che il supermercato non può più vendere ma che è ancora perfettamente utilizzabile, sistemare il magazzino di indumenti che Caritas raccoglie per poi donare, aiutare ad accogliere uomini e donne in difficoltà ospiti di Casa Don Vittorino Favero, ascoltare le fragilità di chi si rivolge ai centri d’ascolto Caritas, un po’ di lavoro d’ufficio perché anche questo serve, i 10 indimenticabili giorni in Bosnia Erzegovina alla “scuola di interreligiosità”… e, soprattutto, le scuole.
Assieme allo staff di Servitium, onlus di Caritas, infatti, Eleonora e Sara hanno realizzato più di 250 laboratori, nello scorso anno scolastico. Ad esempio, sul bullismo. “Che per certi ragazzi delle medie sembra non esistere – chiosa Eleonora – . Non lo riconoscono nemmeno quando ne sono protagonisti. ‘Era solo uno scherzo’, dicono”.
Se a Sara chiediamo di estrarre un momento, un solo incontro, cita i richiedenti asilo cui ha insegnato italiano.”I miei ragazzi”, li definisce, mentre racconta. “Ho scoperto una grande differenza tra quanto si dice di loro in televisione e la realtà che ho vissuto: mi ha colpito il loro rispetto per me, la loro dolcezza. Dall’esterno, sicuramente anche io avrei avuto dei pregiudizi verso di loro. Se li conosci, capisci che non sono un ‘fenomeno’ (il ‘fenomeno dell’immigrazione’), ma semplicemente delle persone. Ognuna, diversa”.
CONOSCERE IL MONDO
All’azione, l’Anno di Volontariato Sociale vittoriese affianca la formazione del mercoledì, svolta, come l’intero progetto, in collaborazione con Caritas Concordia Pordenone. Nei file della memoria di Sara ed Eleonora resteranno la mensa dei poveri a Venezia, la Risiera di San Sabba a Trieste, il carcere minorile di Treviso, la Caritas di Treviso, i giovani musulmani, cristiani e ebrei della Youth For Peace in Bosnia Erzegovina… come pure il momento di riflessione ogni mattina. “Abbiamo letto ‘Le sette opere di misericordia’ di Anselm Gruen… e queste opere, durante il servizio, le abbiamo sperimentate tutte”, dice Eleonora.
UNA GRANDE ESPERIENZA DI AMICIZIA
Il terzo pilastro dei dodici mesi è la convivenza. Le due Avs non si conoscevano, Sara non era mai vissuta fuori di casa, Eleonora aveva anche la tesi da scrivere… le foto assieme che spargono su Facebook, e l’affiatamento evidente anche a chi le incontra solo per un’oretta, mostrano che l’esperienza ha regalato ad entrambe un’amica in più, amica per tutto quello che hai condiviso con lei.
VI RACCONTIAMO L’ANNO DI VOLONTARIATO SOCIALE
L’Anno di Volontariato Sociale, in ogni caso, non finisce qui per Eleonora e Sara. Non solo parteciperanno a “Contaminiamoci”, incontro dei giovani delle Caritas del Nordest, il 12 e 13 novembre a Trento, ma restano disponibili, d’ora in avanti, per raccontare, in particolare ai giovani nelle parrocchie, la loro esperienza. I volantini al riguardo li hanno già consegnati ai parroci nelle settimane scorse.
Poco prima del caffè e dell’arrivederci, Sara ci apre il suo cuore. “Sono venuta qui alla Caritas, lo ammetto, come ripiego, perché non sapevo cosa fare nella mia vita. E all’inizio ho faticato a mettermi in moto. Anche per la mia pigrizia. Ma poi ho scoperto che posso affrontare fatiche, come quelle dell’impegno qui.. e che mi può piacere. Incontrando persone che si sono aperte a me, ho imparato ad aprirmi. Non mi sarei mai aspettata, iniziando l’Anno, di trovare la motivazione di ricominciare a studiare, e invece…eccomi”. Pronta a conquistarsi il diploma.